le emozioni parte seconda

28.01.2024

Che cos'è l'emozione?

L'emozione si realizza all'interno della complessa relazione tra l'individuo e l'ambiente:

L'emozione può essere definita come quella complessa catena di eventi (sensazione soggettiva - comportamento - variazioni fisiologiche)che si succedono tra la comparsa dello stimolo scatenante (INPUT) legato alle motivazioni profonde e l'esecuzione del comportamento rispondente (OUTPUT).

Tre sono i diversi livelli o sistemi di risposta attraverso i quali si manifesta l'emozione:

Il primo sistema, detto psicologico, comprende i resoconti verbali relativi all'esperienza soggettiva, come ad esempio: "ho provato una intensa sensazione di rabbia quando ......".

Il secondo sistema, denominato comportamentale, riguarda invece le manifestazioni motorie dell'emozione, come ad esempio il comportamento di evitamento, di avvicinamento, di attacco e la fuga ecc., e le modificazioni dell'atteggiamento posturale e dell'espressione facciale.

Infine, vi è il livello fisiologico, prevalentemente rappresentato delle modificazioni fisiche: ad esempio negli effettori innervati dal sistema nervoso autonomo, quindi alterazioni della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, dell'irrorazione vascolare facciale (l'arrossire), l'aumento della sudorazione delle mani, o le modificazione del ritmo respiratorio. Tutte queste variazioni sono connesse con, e anche indotte da, modificazioni di tipo endocrino, per esempio del sistema ipofisi-corticosurrenale (ACTH e cortisolo) o della midollare del surrene (adrenalina e noradrenalina).

Nessuno di questi tre sistemi (psicologico, comportamentale e fisiologico) è prioritario rispetto agli altri, ma piuttosto ognuno risulta strettamente connesso agli altri in una globale risposta emozionale. I tre sistemi cioè interagiscono tra loro pur essendo parzialmente indipendenti.
Concludendo, l'emozione risulta essere un "insieme di risposte".

Quante e quali sono le emozioni?

TOMKINS: Propone 8 emozioni fondamentali 3 positive-piacevoli (interesse, sorpresa, gioia) e 5 negative-spiacevoli (angoscia, paura, vergogna,disgusto, rabbia)

Plutchik (1970, 1980) ha suggerito un modello efficace (parzialmente verificato sul piano empirico per la classificazione delle espressioni facciali). Tre sono le fondamentali dimensioni rappresentate in questo modello: intensità, polarità e somiglianza.

Il modello sembra essere in grado di spiegare la maggior parte delle emozioni umane, ciascuna delle quali può essere considerata come una combinazione di queste emozioni primarie

polarità e somiglianza.

Il cerchio rappresenta la somiglianza e la polarità delle otto emozioni primarie. L'intensità può variare su un asse ortogonale al cerchio, per esempio la paura aumentando può divenire terrore, diminuendo può divenire apprensione.

Un primo modo di classificare le emozioni è quello di dividerle in primarie e secondarie o complesse.

Questo tipo di classificazione non è nel senso dell'importanza, come se ci fossero emozioni di serie A e di serie B, ma nel senso di emozioni di base e di altre, quelle secondarie, che sono più complesse,

Un emozione per essere PRIMARIA deve:

  • le sue manifestazioni possono avvenire attraverso tutte le modalità espressive (vocali, facciali, gestuali)
  • tali manifestazioni ossono essere osservarte in ogni popolazione umana, indipendentemente dalla cultura che la caraterizza
  • hanno luogo in connessione a degli scopi
  • nei bambini di età inferiore ad 1 anno
  • nei primati non umani
  • a queste espressioni viene universalmente attribuito lo stesso significato

Le emozioni primarie e di base sono la sorpresa, la rabbia, la gioia, il dolore, la paura, la tristezza.

EKMAN per rispondere alle critichecirca il concetto di emozioni fondamentali, ha descritto 9 tratti che inquadrano il comune ambiente di queste emozioni:

1) l'universalità dell'esperssione facciale

2) la continuità tra il comportamento espressivo umano e quello animale

3) pattern di attivazione fisiologica specifici sia a livello del sistema nervoso autonomo che centrale

4) l'universalità degli antecedenti

5) il rapido instaurarsi delle manifestazioni emotive

6) la durata relativamente breve di ciascun episodio emotivo

7) la presenza di un meccanismo automatico nella valutazione dello stimolo che di fatto esclude in gran parte dallacoscienza l'esperienza emotiva delle emozioni fondamentali

8) la sensazione di incontrollabilità per ciò che si prova

9) la coerenza fra i vari elementi del sistema emozioni (es retroazione)

Le emozioni fondamentali non sono fissate in etichette verbali, ma sono soprattutto famiglie di emozioni e all'interno di ciascuna famiglia esistono sfumature diverse chiamate variazioni dovute a vari fattori come una differente intensità, una produzione simulata o spontanea delle emozioni,la presenza di specifiche azioni mimiche facciali, ecc., che talvolta hanno il loro riscontro in altrettante etichette verbali.

Tutte quelle che non soddisfano i precedenti criteri sono definite Complesse o sovradeterminate : risentono di componenti culturali e variano anche gli antecedenti emozionali (è diverso il modo di provare gelosia di uno Scandinavo e di un Siciliano) e comportano la presenza di obiettivi e di conoscenze che vengono acquisiti nel corso dello sviluppo sociale e cognitivo.

Un altro tipo di classificazione che viene fatta è tra emozioni positive e negative, laddove si intende per emozioni positive tutte quelle emozioni provando le quali l'individuo si trova in uno stato di benessere (gioia, felicità), mentre sono negative la rabbia, il dolore, la tristezza. La sorpresa, in questo contesto, è considerata un'emozione ambigua, in quanto può avere connotazione sia positiva che negativa, dipende dalla circostanza.


DA NEONATO A 8 MESE:

Alla nascita il bambino è giò in grado di provare gioia, interesse, disgusto e dispiacere, cioè quelle emozioni che possono svolgere una funzione adattativa o motivandolo ad interagire con l'ambiente fisico e sociale, o segnalando alla madre i bisogni e i disagi che wgli prova (es. il pianto).

Non sono presenti rabbia e paura, che sarebbero inutilmente penose e non potrebbero svolgere alcuna funzione adattativa nei primi mesi di vita quando il bambino ha uno scarso controllo sui propri movimenti e non è in grado nè di cacciarsi in situazioni pericolose, nè sfuggirle qualora vi si trovi.

Le emozioni fondamentali sono innate o apprese nei primi mesi di vita del bambino e non richiedono un'accurata distinzione fra sè e gli altri, nè intenzionalità da parte del soggetto che le prova.

Infatti le emozioni fondamentali implicano che il soggetto rimanga passivo e in un certo seso dominato dal loro apparire, piuttosto che viverle egli stesso intenzionalmente e consapevolmente.

La regolazione della componente espressivo-motoria, che comprende l'espressione facciale dell'emozione, sarebbe caratterizzata da una dimensione evolutiva, infatti vari ricercatori concordano con il fatto che le espressioni facciali di alcune emozioni siano presenti in forma compiuta sin dalle primissime settimana di vita del neonato.

Le due espressioni emotive più studiate sono il pianto e il sorriso.

Il pianto automatico è il pianto segnale che il bambino emette alla nascita.

Attraverso una indagine è stato possibile isolare tre distinti tipi di pianto:

1) pianto di fame;

2) pianto stizzoso;

3) pianto di dolore

La disposizione temporale delle sequenze ha una importanza funzionale di segnale per la madre. Si è notato che se si invertono le sequenze le madri reagiscono in modo diverso. Il sorriso compare più tardi.

Le forme della sua manifestazione non sono diverse da quelle del pianto, alcuni autori hanno constatato come sia nelle prime settimane di vita c'è presente una risposta di sorriso, come risposta a vari stimoli uditivi (voce della madre).

A partire dalla 5° settimana di vita, l'interesse del bambino verso il volto umano tende a farsi esclusivo.

E' verso i 3 mesi che compare una risposta di sorriso sociale, ma è sempre riferita al volto come struttura e non come volto umano personalizzato;

La rabbia compare verso i 4-6 mesi, inducendo il bambinoa respingere ad aggirare ciò che ostacola le sue azioni, contribiusce ad allargare ilsuo dominio dell'ambiente e a far sì xche si sviluppi un concetto di sè quale essere attivo.

La paura appare dopo i 6 mesi.

verso l'età di 5-6 mesi il bambino non risponde più col sorriso a delle sagome bidimensionali e

entro l'8° mese sorride solo di fronte a dei volti familiari e li distingue da quelli di estranei. E' venuta perciò a cessare la "dipendenza dallo stimolo" della risposta del sorriso, che viene mostrata selettivamente sulla base di una scelta sociale.

Mentre infatti al 3 mese di vita compare la risposta del sorriso di fronte a quella che Spitz ha chiamato una Gestalt privilegiata, è solo all'ottavo mese la faccia di un ... adulto viene chiaramente riconosciuta, e che la risposta del sorriso si presenta come qualcosa di più di un semplice segnale di benessere. In sintesi, ci troviamo dinanzi a delle espressioni emotive, sorriso e pianto ma non solo queste, geneticamente predisposte che, solo con la maturazione e con la differenziazione regolata dall'apprendimento e dallo sviluppo cognitivo, si codificano in schemi comportamentali ed in precise forme di espressione e comunicazione delle EMOZIONI.

Nel bambino tra i 15 e i 18 mesi compaiono due gruppi di emozioni:

1. emozioni dell'autoconsapevolezza (imbarazzo, empatia, invidia)

2. emozioni valutative dell'autoconsapevolezza (vergogna, colpa, soddisfazione, orgoglio)

Queste diversamente da quelle fondamentali, non sono caraterizzate da espressioni mimiche universali nè da specifiche e distintive attivazioni fisiologiche.

CAMPOS - 1983 - 7 POSTULATI:

1. dalla nascita e per tutta la vita esiste nell'uomo un insieme di emozioni fondamentali

2. col procedere dello sviluppo cognitivo e sociale la formazionedi nuovi obiettivi e desideri rende possibile l'apparizione di nuove emozioni che derivano dalla coordinazione di alcune emozioni fondamentali

3. cambia l'efficacia con cui varie circostanze possono suscitare una reazione emotiva

5. nonchè i modi in cui siaffrontano le emozioni e le circostanze che le hanno suscitate

4. cambiano le relazioni tral'esperienza soggettiva delle emozioni e comportamenti espressivi

6. la ricettività alle emozioni altrui

7. le emozioni si socializzano sempre di più

2-3-4 riguardano le relazioni tra lo sviluppo cognitivo e quello emotivo

5-6-7 riguardano le relazioni tra lo sviluppo emotivo e quello sociale

CAROLYN SAARNY -

Dopo la formazione dell'attività rappresentativa intorno al 18 mese di vita, si possono distinguere 2 FASI NELLO SVILUPPO EMOTIVO:

1. le emozioni possono essere suscitate sia da eventi reali, sia da attività rappresentative;

  • il bambino può provare delle emozioniin seguito alla previsione di un evento non ancora accaduto, ad es. essere contento perchè pensa che il pomeriggio vedrà i cartoni animati o triste al pensiero che la madre andrà via per qualche giorno
  • ricorda gli eventi che nel passato hanno suscitato in lui delle emozioni e può anticipare delle emozioni alripresentarsi di un evento simile,ad es. mettersi a piangere perchè sente dire che dovrà fare un'iniezione, o essere felice all'idea dellagioa che lamammaproveràal vedere la sorpresa che lui ha preparato o spaventato al pensiero dellapunizione che gli verrà inpartita una volta scoperta una marachella
  • la previsione delle reazioni degli altri coincia ad influenzare anche il modo in cui il bambino esprime le proprie emozioni
  • la comunicazione con gli altri attraverso il linguaggio verbale, gli consente di modificare le proprie valutazioni degli eventi attraverso il confronto con quelle fatte con gli altri: ad es. scoprire che gli altri trovano innoquo ciò che a luiincute paura o che trovsano disgustose delle attività che lui trova divertenti
  • dal cambiamento delle valutazioni deriva anche un cambiamento nelle risposte emotive e lacomunicazione con gli altri può riguardare non solo eventi e situazioni, maanche le emozionistesse dando così l'opportunità al bambino di capire meglio quello che sta provando
  • lo sviluppo dell'attività rapppresentativa gli consente di prevedere, ricordare, comunicare verbalmente e di provare delle emozioni come conseguenza di queste fantasie

2. le emozioni possono essere suscitate anche dalle conoscenze che il bambino possiede riguardo alle emozioni ( circa intorno ai 7-8 anni)

  • acquisisce lacapacità di manipolare deliberatamente i propri comportamenti espressivi per scopi comunicativi e capisce che lo stesso può essere fatto dagli altri: ad es. può capire che un volto duro e minaccioso che lo guarda non è un'espressione di rabbia, ma un deliberato tentativo di intimidirlo, e reagire con ostinazione anzichè con paura
  • si rende conto che alcune emozioni sono suscitate negli altri dalla previsione dei suoi comportamenti nei loro confronti: ad es. che i genitori possono essere felici o turbati se devono dargli una notizia che può farlo contento o metterlo di cattivo umore
  • comincia a porsi al di fuori delle proprie esperienze emotive e a riflettere su di esse
  • l'accresciuta conoscenza delle emozioni e di alcune loro conseguenze può far sì che un'emozione provata in un certo momento ne susciti un'altra e si combini con essa dando luogo aun ciclo emotivo: ad es. la paura per un certo evento - un'interrogazione - suscita una nuova paura, per l'agitazione che si sta provando renderà ancora più arduo superare la prova.

PIAGET 1945:

Ogni schema contiene degli aspetti emotivi e cognitivi, vanno di pari passo arrivando alla formazione di strutture sempre più interconnesse ed equilibrate che si manifestano in una crescente stabilità emotiva.

I stadio sensomotorio o dell' intelligenza senso-motoria (0/2 anni):

Prevalgono l'attività sensoriale e quella motoria; prima vi sono dei riflessi innati (come prensione, suzione) che ha piacere di eseguire, poi acquisisce delle abitudini (definite reazioni circolari primaria: differenzia gli oggetti, organizza la percez.; second.: prensione volontaria, interesse per il mondo, terz: usa strumenti per raggiungere degli scopi,; quat: esamina gli oggetti sperimentandone tutte le possibilità, associa i mezzi con i fini).

All'inizio del periodo sensomotorio il bambino ha alcuni riflessi emozionali, cioè reazioni emotive innate, che vengono suscitate da stimoli specifici: ad es. la perdita di equilibrio suscita una sorta di trasalimento, precursore di ciò che più tardi potrà essere la paura; lasoddisfazione di un bisogno provoca piacere, o se ha fame o viene limitato nel movimento, avrà una reazione di dispiacere.

Man mano che gli schemi di azione si differenziano e si integrano gli uni con gli altri, il bambino prova piacere o dispiacere, rabbia, a seconda che i suoi tentativi di raggiungere un certo effetto abbiano successo oppure no.

Col formarsi della nozione di oggetto, le persone vengono differenziate dagli oggetti fisici e persone familiari da quelle estranee e il bambino comincia a reagire con gioia all'avvicinarsi di una persona cara e con dispiacere alsuo allontanamento e con paura alla presenza di un'estraneo. Durante il 5°stadio diventa più attivo nell'esplorare l'ambiente e ad acquisire una consapevolezzapratica manon rappresentativa di sè come un agente, che può riuscire o no a raggiungere certi scopi e al successo o insuccesso nel portare a termine una certa azione, il bambino reagisce non solo con piacere, dispiacere o rabbia, ma anche con dei sentimenti valutativi nei confronti di se stesso.

II st. preoperatorio (2/7 anni):

Impara ad usare la rappresentazione di un'azione già svolta o da svolgere: le attività hanno a che fare con il pensiero logico (gioca alla casa, ad dottore, compare il disegno, gioca cin i cubi, con i lego, con le auto, impara a parlare).

Caratteristico del periodo è il pensiero egocentrico: il mondo c'è, ma è frutto dell'attività mentale del bamb., è lui che crea una realtà oggettiva e si scopre come oggetto in questo mondo; distingue tra pens. egoc. logico (agisce sulla procedura del ragionamento) ed ontologico (agisce sui contenuti della rappresentaz.); per quanto riguarda le realtà naturali segue dei comp. tipici come animismo, finalismo, artificialismo.

Per il bamb. egoc. è il danno materiale più colpevolizzante che l'intenzione di fare un danno e la funzione della punizione è quella di ristabilire l'autorità.

Vi è un linguaggio egocentrico: prima un monologo collettivo, cioè un racconto continuo dell'attività motoria, a 4/5 anni diventa un ling. socializzato, domande e risp. adeguate, a 6/7 anni racconta storie e dà spiegazioni; inoltre dà per scontato che ciò che lui sa lo sappiano anche gli altri (egoc. verbale).

Sempre per egoc. è incapace di capire le relazioni (logica egoc.), d'analisi e di sintesi, di risolvere un sillogismo, di gerarchizzare; non ragiona in modo induttivo o deduttivo, ma in modo transduttivo, dal particolare al particolare ed è incap. di muoversi dal gen. al part. e viceversa.

Vi è un realismo del pensiero infantile, cioè attribuire una realtà materiale a fenom. psic.

A 5 anni acquisisce il concetto di invarianza per stadi: materia, peso, volume, densità.

All'inizio del periodo preoperatorio - tra i 2 e 4 anni - appare l'attività rappresentativa, ma il bambino non è capace di costruire dei veri e propri concetti fondati su classificazioni stabili, ma forma dei pre-concetti che tengono conto solo di quegli aspetti delle cose degli eventi che maggiormente attirano di momento in momento, la sua attenzione. Analoga instabilità è presente nelle loro reazioni emotive:in un momento di rabbia può dire alla madre "ti odio" (attribuendo un significato diverso da quello del linguaggio di adulto, dove indica una relazione negativa durevole) e tornare allegro ed affettuoso nel giro di qualche minuto. E' difficile che possa capire a pieno il significato"sono arrabiato con te, ma ti voglio bene lo stesso".

Anche la considerazione che hadi sè è di difficile comprensione, èun pre-concetto instabile che può contenere valutazionie sentimenti contraddittori; l'egocentrismo e la difficoltà a differenziare tra realtà oggettiva e soggettiva,caratteristici della prima fase di questo periodo, non gli fanno distinguere gli stati emotivi dalle azioni a cui essi possono portare: ades. in un momento di rabbia intensa può pensare di desiderare la morte dei suoi genitori e sisenta atterrito come se realmente i suoi pensieri potessero mettere in pericolo la vita dei suoi cari.

Tra i 5 e 7 anni nell'ultima fase del periodo pre-operatorio, il bambino costruisce dei veri e propri concetti, cioè delle rappresentazioni più stabili di sèe degli altri e degli oggetti ed eventi della realtà con cui entra in contatto: tali rappresentazioni contengono delle informazioni sul significato emotivo che oggetti evenrti attività persentano per il bambino, cioè sul valore positivo e negativo che essi hanno ai suoi occhi.

III st. operatorio concreto (7/11 anni):

Nella nostra cultura coincide con l'ingresso nella scuola: comprende il princ. di invarianza (esp. di conservazione dei liquidi: bicchieri di forma diversa ma con liquido uguale) e ne spiega il perché attraverso 3 criteri: identità, reversibilità, compensazione, funzione; sono in grado di considerare più di un aspetto della situazione alla volta; acquisisce il concetto di numero, è capace di svolgere un'attività articolata (sommare, scomporre, articolare, disegnare tenendo conto della prospettiva); è capace di operazioni mentali logiche (numeraz., seriazione, classificaz.), infra-logiche (spazio: disegno e geometria e tempo: velocità e sorpasso).

Tra i 7 e gli 11 anni, con la formazione delle operazioni concrete, il bambino utilizzagli stessi raggruppamentti operatori con cui organizza le proprie conoscenzed di oggetti ed eventi fisici, anche per interpretare le situazioni interpersonali e per organizzare gli schemi in cui predomina il contenuto emotivo.Comincia a fare riferimento ad una specie di catalogo implicito:al vertice di trova ciò che è meglio, più importante, più giusto, con gli altri oggetti disposti in ordine decrescente; all'inizio non è consapevole di questo catalogo e l'ordine può essere fluttuante; col tempo sviluppa il sentimento che alcune attività sono più desiderabili e altre meno e il riferimento a questa gerarchia assumerà via via un'importanza sempre maggiore nei casi in cui occorre fare delle scelte e prendere delle decisioni: sSta sviluppando la conservazione dei sentimenti, cioè il sentimento di ciò che sia più o meno importante oranon cambia più ogni volta che cambiano le circostanze

IV st. operatorio formale (11-16 anni):

Comincia a formulare ragionamenti astratti, ed opera su tali astrazioni ipotetiche e controfattuali; sviluppa ideologie religiose e politiche; acquisisce la capacità combinatoria, delle operazioni interproposizionali.

Pensiero morale dell'adolescente: legato al pensiero logico astratto ed esaustivo, caratterizzato su una riflessione sui valori.

Tra i 12 e i 16 anni durante il periodo delle operazioni formali il ragazzo può avere sentimenti non solo nei confronti di persone cose attività concrete, ma anche di idee astratte che ora gli sono accessibili.

I MECCANISMI DI DIFESA E LE EMOZIONI

Quando i sentimenti penosi raggiungono una tale intensità o quando le circostanze che li hannocreati non possono essere mutate, invece di effettuzre delle azioni per modificare la realtà, l'uomo non puòfar akltro che intervenire su quei processi e rappresentazioni cognitive che hanno contribuito asuscitare l'emozione, mettendo in atto dei piani per far fronte alle proprie emozioni anzuchè dei piani per far fronte alla realtà, detti meccanismi di difesa.

Il bambino nello stadio pre-operatorio ha a disposizione meccanismi di difesa di rimozione (impedisce la rievocazione di quelle rappresentazioni che potrebbero contribuire asuscitare un'emozione negativa), negazione (es. io ho una malattia incurabile, diventa io no sono malata) e spostamento (io picchio mia madre diventa io picchio la bambola).

Il bambino, nel periodo operatorio concreto, oltre ai precedenti ha a disposizione il meccanismo di difesa della formazione reattiva (l'azione viene trasformata nel proprio opposto: io odio mia sorella diventa io amo mia sorella).

Il bambino, nel periodo operatorio formale, oltre ai precedenti ha a disposizione il meccanismo di difesa della razionalizzazione (le operazioni proposizionali possono essere utilizzate per elaborare dei complessi ragionamenti a partire dapremesse alterate dell'azione dei meccanismi di difesa; adolescenti ed adulti possono così costruire concezioni logicamente coerenti, mafondate su premesse viziate le quali consentono di tollerarecomportamenti che altrimenti potrebbero generare sensi di colpa).